L’artista astratto italiano Giorgio Morandi è nato, vissuto e morto a Bologna. All’Accademia di Bologna, ha studiato e poi insegnato. Morandi non lasciò quasi mai la sua città natale, lasciando solo nelle sue vicinanze, che amava e che spesso riproduceva nelle sue tele. Iniziò a esporre nel 1911, ma per lungo tempo solo amici intimi – pittori bolognesi – rimasero intenditori della sua arte.
La fama mondiale è arrivata all’artista dopo le mostre a Venezia e a San Paolo.
Nella storia dell’arte della prima metà del nostro secolo, il nome Morandi si distingue. Non può essere attribuito a nessuna delle tante correnti dell’arte moderna, anche se ha attraversato il fascino della cosiddetta “pittura metafisica”. Ma questo periodo, che cade tra il 1918 e il 1920, fu molto breve nella sua biografia creativa.
L’artista era costantemente affascinato dalla tranquilla armonia delle opere di Giotto e dei primi anni del Quattrocento, il colore di Vermeer Delft e le opere italiane di Corot incantati, la composizione di Cezanne era interessata.
Giorgio Morandi conduceva una vita solitaria e isolata, la sua arte era altrettanto intima e intima. Non era preoccupato per problemi complessi ed eventi della realtà moderna, escludeva l’uomo dalla cerchia degli interessi creativi, limitando il suo mondo a un piccolo numero di attaccamenti costanti: questi sono paesaggi dei dintorni di Bologna e nature morte costituite da diversi oggetti semplici. L’artista ha compreso la bellezza delle cose quotidiane, motivo per cui è stato spesso chiamato il moderno Chardin. Ha fatto delle cose i suoi compagni intimi. Usando motivi monotoni, non si è mai ripetuto nella loro incarnazione pittorica, variando all’infinito la combinazione di colori, la decisione tagliata.
Morandi non era solo un grande pittore, ma anche un eccellente incisore: numerose incisioni mostrano la finezza del suo virtuosismo.
Le opere del maestro sono principalmente in collezioni private. Ce ne sono pochi nei musei. Nell’Ermitage ci sono due nature morte dell’artista, una delle quali appartiene al periodo “metafisico”, la seconda, realizzata negli anni ’20, caratterizza vividamente il peculiare stile pittorico di Morandi. L’immagine conservata nell’Ermitage risale al tempo in cui l’artista abbandonò la “pittura metafisica” recentemente amata, che era stata seguita dal 1917. Avendo sviluppato uno stile unico, contenuto e severo, sembrava far sentire il pubblico alienato dalla realtà oggettiva.
La natura morta, composta da vasi e frutti, si risolve nei toni del rosa giallastro e del grigio bluastro. Gli oggetti non hanno contorni distinti, i loro contorni si fondono nell’aria circostante. Tutto è costruito sulle sfumature più raffinate: le sfumature di sensazioni, forme, colori, luci e ombre.
L’immagine è entrata nell’Ermitage nel 1948 dal Museo Statale di New Western Art di Mosca.