Satiro e la ninfa – Bartholomeus Spranger

Satiro e la ninfa   Bartholomeus Spranger

Dipinto dell’artista fiammingo Bartolomeo Spranger “Satiro e la ninfa”. Le dimensioni dell’immagine 110 x 87 cm, rame. L’immagine è stata scritta da Spranger sulla base di antichi miti greci e ha un altro nome “Scena mitologica”. Satire, nella mitologia greca, gli spiriti della foresta e della montagna, personificavano la forza bruta elementare della natura, che si esprime negli attributi bestiali del loro aspetto esteriore.

Secondo Esiodo, le satire hanno un’origine comune con ninfe e corte di montagna e sono caratterizzate dal poeta come una razza insignificante e incapace.

Stupidi, furbi, inclini alla lebbra, inclini al vino e alle donne, vivaci e codardi, combinano le proprietà delle forze demoniache elementali e della natura caprina, come indicato dal nome stesso σάτυρος. Le satire si distinguono per membri altamente sviluppati, hanno un naso smussato, orecchie di capra appuntite, capelli arruffati e ispidi e una piccola coda dietro. Vivono in foreste e montagne, trascorrendo del tempo a caccia, ballando e suonando musica; a volte spaventano e disperdono le mandrie, guardano le ninfe o partecipano ai vagabondaggi di Dioniso, saltano, bevono e partecipano alle orge.

L’arte antica raffigurava creature orribili satiriche e orribili.

Nel corso del tempo, tuttavia, è stato creato un nuovo canone artistico di satiri: i più giovani artisti attici hanno iniziato a rappresentarli come teneri giovani che sono impegnati nella natura in varie attività, raccogliendo uva, cucinando vino, eseguendo esercizi musicali o partecipando a Dioniso o alla società. Oltre ai satiri, ci sono anche mogli e figli di satiri nelle opere d’arte. Il maggiore dei satiri si chiamava Sileno.

Le ninfe, nella mitologia greco-romana, personificate, sotto forma di ragazze, forze elementali viventi, notate nel mormorio di un ruscello, nella crescita degli alberi, nelle delizie selvagge di montagne e foreste. Vivevano in boschi, a molle, in ombreggiate gole di montagna – nel grembo della natura.

Come i satiri, N. sono spiriti della superficie terrestre, manifestazioni di forze demoniache che agiscono separatamente dall’uomo nella solitudine di grotte, valli, foreste, lontano dai centri culturali. Le ninfe sono impegnate in filati, tessendo, cantando canzoni, ballando nei prati sotto il violino di Pan, cacciando con Artemide, partecipando alle rumorose orge di Dioniso, conducendo una lotta costante con fastidiosi satiri. A volte entrano in contatto con le persone, si prendono cura del loro destino, vengono dati agli eroi e ai bellissimi giovani.

Spesso, le ninfe portano follia, furia, dono profetico e ispirazione frenetica per una persona; tali ninfe sono ispiratrici, per esempio, muse. Le ninfe delle montagne erano chiamate Oreads, le ninfe delle foreste e degli alberi – driadi e amarene, le ninfe delle fonti – nyad, le ninfe del mare – nereidi. Le ninfe erano dedicate a grotte e grotte, a volte venivano costruiti santuari, specialmente in una ricca vegetazione e aree irrigate, e più tardi nelle città.

Capre, vitelli, latte, burro e vino venivano offerti alle ninfe. Come personificazione del fascino della natura, sono stati raffigurati nell’arte come belle ragazze con capelli meravigliosi, con un copricapo di ghirlande e fiori, a volte in una posa di danza, con gambe e braccia nude, con capelli fluenti. Le sculture della Naiade avevano spesso l’attributo di una conchiglia, che tenevano nell’utero o nave;

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