L’immagine si distingue per una composizione multi-figurata e una trama “multi-layer” originale con un ricco simbolismo nascosto. La tela raffigura San Luca – uno degli evangelici che dipinge un ritratto della Vergine con il bambino Cristo in braccio, e la figura della Santa Vergine è presente nell’immagine in due forme – il cosiddetto, “nell’originale”, fluttuante tra le nuvole e sostenuto da gonfi gonfi, tipici “putti” italiani “.
Si ritiene che l’evangelista Luca fosse un artista, quindi molti pittori facevano parte della corporazione di San Luca. Nell’immagine, a immagine di un santo, il maestro raffigura se stesso, che scrive dalla natura il Santissimo Theotokos. Dietro di lui, seduto su un grazioso sgabello scolpito, giace un enorme toro – questo animale, nella sua incarnazione alata, era un simbolo dell’evangelista Luca.
Ognuno degli evangelisti aveva il proprio simbolo, tutti insieme chiamati tetramorfo. In questo quadro complesso e per molti versi misterioso, il sublime e il terrestre sono uniti: santi e dei, così come persone comuni, come l’apprendista dell’artista, strofinando la vernice nella stanza accanto e visibile allo spettatore attraverso la porta aperta.
Come era consuetudine nel modo di scrivere del manierismo, le pose delle figure sono complesse, anche fantasiose, vengono utilizzati molti drappeggi e ricchi materiali di finitura, la gamma di colori è ricca ma non intensa, leggermente “in polvere”, nobile e sobria.