Dipinto del pittore francese Jacques Louis David “Saffo e Phaon”. La dimensione del dipinto è di 225 x 262 cm, olio su tela. Jacques Louis David è il fondatore e il capo del neoclassicismo, un movimento artistico che si basava su un patrimonio antico e dominava tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo. Il dipinto “Saffo e Phaon” è caratteristico delle opere mature di David.
Raffigura Saffo e il suo amato Fagone.
Cupido, allungando la lira saffo, simboleggia l’amore come fonte di ispirazione creativa. Saffo – il famoso poeta greco antico, un rappresentante dei testi melodici, musicali e delle canzoni, un contemporaneo di Alkey, originario della città lesbica di Eres; visse alla fine del VII e nella prima metà del VI secolo. Nelle odi di Saffo, non si trova il nome di Phaon, un barcaiolo di Mitilene, che Venere diede alla giovinezza inarrestabile e alla bellezza accattivante.
La leggenda dell’amore non corrisposto della poetessa Saffo al bellissimo giovane Phaon, a causa del quale si gettò in mare dalla scogliera di Levkada, apparve molto più tardi. Per la prima volta questa storia è apparsa nella composizione di Leander of Menander. David ha preso questa leggenda come base per ciò che si sente anche nei dettagli.
Come trama principale, l’artista ha scelto un episodio in cui la poetessa compila un’ode in onore del suo amante.
Phaon, che appare in questo momento, tocca delicatamente la mano del suo viso. Saffo lascia il gioco sulla lira, supportato da Cupido. La sua ispirazione poetica è sostituita dall’estasi dell’amore. Tra i fortunati episodi della vita di Saffo c’è il suo amore per il giovane Phaon, che si rifiutò di scambiarsi reciprocamente con il poeta, a seguito del quale si gettò in mare dalla roccia di Levkada.
L’espressione di precipitarsi dalla scogliera di Levkadskaya divenne in un linguaggio ordinario equivalente all’espressione “suicidarsi” e significava anche la minaccia di metterci le mani sotto l’influenza della disperazione.
Apparentemente, David non era solo a conoscenza delle singole linee di Saffo, ma anche della cosiddetta lettera di Saffo, indirizzata a Phaon e composta da Ovidio. Su una pergamena sdraiata sul grembo di Saffo, le poesie in lingua greca antica recitano: “Felice è colui che si adatta alla beatitudine degli dei, che si siede vicino a te e sospira per te”. Queste sono le prime righe della prima ode di Saffo. Sopra il testo dell’ode, che spiega la trama, l’artista ha messo il nome di Phaon.
L’autenticità storica e archeologica nella rappresentazione di abiti antichi, scarpe e dettagli della situazione si combina con un’interpretazione idilliaca dell’armonia dell’amore: languida rigidità delle pose, così come metafore tradizionali dell’amore come una coppia di baci di colomba e due alberi nel paesaggio.