Nei primi cataloghi, il ritratto era considerato opera di Bernardo Luini, come il ritratto di Raffaello. Quindi, avendo stabilito, tuttavia, che l’opera appartiene a Raffaello, si pensava che si trattasse di un altro autoritratto. Più tardi, un veneziano, Marcantonio Michel, riferì di aver visto una foto con Pietro Bembo, poeta e umanista, in seguito cardinale. È stato riconosciuto che questo è un ritratto del giovane Pietro Bembo, realizzato da Raffaello a Urbino.
Studioso e cardinale italiano, figlio del famoso appassionato di letteratura italiana, il veneziano Bernardo Bembo, Pietro fu educato a Firenze. Dal 1504-06 visse a Urbino, dove divenne noto nella comunità culturale a corte. Bembo è autore di numerosi lavori sulla storia di Venezia, poesie, dialoghi, critiche e lettere, pubblicati nel 1729 a Venezia.
Nel 1512, accompagnò il suo amico Giuliano Medici a Roma e affascinò Papa Leone X, e fu nominato suo segretario. Otto anni ha vissuto a Roma. Dopo la morte di Leone X, nel 1520, Bembo si ritirò a Padova, dove si dedicò alla letteratura e alla comunicazione con gli amici.
Ha raccolto una grande biblioteca e creato un museo di medaglie e oggetti d’antiquariato. Sotto di lui, Padova divenne un luogo di ritrovo per le persone più colte e illuminate d’Italia. Nel 1529 fu nominato bibliotecario di C – Mark. Nel 1539 papa Paolo III lo ritirò a Roma e lo fece cardinale.
Rinunciando alla letteratura, iniziò a studiare la Scrittura e il lavoro di famosi teologi. Due anni dopo divenne vescovo di Bergamo.