Questo ritratto, che raffigura Maria Morel, figlia del sindaco di Bruges, Guillaume Morel, è uno dei più alti capolavori del ritratto rinascimentale di Nidnrland. In esso puoi trovare l’ascetismo espressivo peculiare dei ritratti di Rogier van der Weyden e la tristezza severa e penetrante di Hugo van der Goes e la precisa natura psicologica di Jan van Eyck.
Riconoscendo queste migliori caratteristiche dell’arte dei suoi predecessori e contemporanei, Memling le trasformò in modo creativo e si unì in un magnifico ritratto, spesso chiamato “Sibyl Sambet”. Questo nome “rimase” sul ritratto grazie allo stesso artista, che collocò un’iscrizione in latino nella parte in alto a sinistra del quadro: “Sibilla di Sambet, chiamata anche persiana, che visse nel 2040 a. C.”
Sibyl Sambeta è stata venerata come una delle più grandi sibille pagane. Non è noto se lo stesso maestro abbia deciso di scrivere Maria Morel “nel ruolo” di una sibilla, o se fosse il desiderio del cliente, Guillaume Morel. Realizzato con precisione innamorata, questo volto, non distinto dalla bellezza, ma dotato di un’attrazione speciale, è uno dei volti più espressivi di tutto il ritratto olandese.
L’iscrizione sotto il ritratto contiene una profezia su Cristo, detta, secondo la leggenda, da Sibylla Sambeta: “Calpesterai la bestia, il Signore nascerà nell’universo, il seno della fanciulla sarà la salvezza del mondo; Sembra una suora: una faccia pallida, i capelli rigorosamente posteriori, un berretto modesto, un mantello trasparente e abiti scuri decorati con un inserto rosso scuro e un colletto bianco. Posa con una fantasticheria devota, le mani serrate