Diego Velázquez è uno dei maggiori rappresentanti dell’età d’oro spagnola. Il pittore di corte Filippo IV, tra gli altri generi, scrisse meravigliosi ritratti. Sono riusciti a trasmettere lo psicologismo dei loro modelli ed evitare allo stesso tempo di lusingare anche le figure più potenti.
Durante gli anni 1630 e 1640, Velázquez creò una serie di ritratti di nani e giullari.
Attraverso la figura comica, il pittore vide il complesso mondo spirituale di queste persone, private della natura. Dopo aver rappresentato il ridicolo senza ombra, con semplicità e tatto, ha rivelato i loro personaggi, lo stato mentale, il mondo delle esperienze, raggiungendo una triste tragedia. La fronte alta e chiara, gli occhi intelligenti affascinano e ti fanno guardare nel viso straordinario del giullare.
Solo allora l’attenzione passa alla sua figura scortese. Don Diego de Acedo ricoprì una posizione speciale nel seguito di Filippo IV e, per tradizione, ricoprì diverse altre posizioni: era un corriere e un custode del sigillo reale. La sua responsabilità per il sigillo con la firma reale spiega la presenza del foglio che detiene e dei materiali di scrittura sul pavimento.
Il soprannome “El Primo” significa “cugino”. Forse il nano è un parente di Velázquez, o forse questo nome è apparso a causa del privilegio del giullare di non togliersi il cappello in presenza del re, che era consentito solo ai rappresentanti della più alta aristocrazia, il loro re chiamato “cugini”. L’incompletezza del ritratto dà un valore speciale: lo sfondo incompiuto ti consente di considerare perfettamente le direzioni del pennello del maestro.