Dipinto dell’artista tedesco Hans von Aachen “Rapimento di Proserpina”. La dimensione del dipinto è di 45 x 63 cm, olio su tela.
Nei suoi dipinti di temi mitologici, Hans von Aachen preferiva raffigurare divinità e dee italiche romane rispetto al greco antico, nonostante il fatto che quasi tutti i miti degli antichi greci fossero romanizzati dai romani. La dea Proserpina, nella mitologia romana, è l’amante degli inferi, la moglie di Aida, la figlia di Cerere. Il suo nome non è altro che il nome greco latinizzato Persefone.
La storia di Proserpine è incentrata sul mito del suo rapimento da parte di Ade. La poesia e le arti visive hanno identificato due punti principali nella storia: il rapimento di Proserpina mentre stava raccogliendo fiori e il vagare di Cerere in cerca di sua figlia. Quando la razza umana fu minacciata di morte per fame – quando la terra lasciata da Cerere cessò di essere fertile, Giove decise di ripristinare i diritti della madre e di riconciliare Cerere con Ade, che accettò di lasciare che Proserpina andasse ad un appuntamento annuale con sua madre per un periodo dalla primavera all’autunno.
Questo mito simboleggia il cambiamento delle stagioni, l’alternanza di fioritura e appassimento, il passaggio dalla vita alla morte. Più tardi Proserpina si mescolò a Ecate, la dea del misterioso inizio e delle paure notturne. Il duplice personaggio di Proserpina si rifletteva anche nel culto: le sue vacanze primaverili erano divertenti, le vacanze autunnali erano misteriose.
Allo stesso modo, nell’arte, incontriamo Proserpina come una dea sotterranea seduta su un trono vicino ad Ade, quindi come una dea della fertilità e della vita vegetale, insieme a Cerere. Nel primo caso, un attributo di Proserpina fungeva da granata, nel secondo – spighe di grano, semi di papavero, narciso.