Piferari, musicisti itineranti italiani che suonavano il piffero, si fermarono all’ingresso della cappella. Un vecchio e un ragazzo in borghese dei poveri italiani – mantelli colorati e cappelli a tesa larga – guardano con riverenza l’immagine della Madonna appesa al muro.
I raggi del luminoso sole del sud si fanno sentire all’ombra, riflessa sull’icona, sul muro di pietra della cappella, sui volti dei musicisti. La bellezza della brillante natura italiana è trasmessa da Bryullov con sorprendente autenticità e spontaneità.
Inviando Karl Pavlovich Bryullov e suo fratello Alexander in Italia nel 1822 per familiarizzare con le opere di classici dell’arte, la Society for the Encouragement of Artists fornì ai loro pensionati istruzioni che dicevano: “Va notato che ora le persone, purtroppo, preferiscono paesaggi, viscere, scene rurali e tutto ciò che… si chiama “Tableax de genre”. Così, la Società avvertì l’artista, poco prima di completare la lezione di pittura storica dell’Accademia di San Pietroburgo, da hobby non degni dell’alto titolo della vita. opistsa.
Eppure, nel primo periodo del suo soggiorno in Italia, Karl Brullov scrisse esattamente le scene di genere, “interni”, e si interessò al paesaggio. In questi anni crea i dipinti “Mattina” e “Mezzogiorno”, raffigura scene della vita della gente: “Pellegrini”, “Vespri”, “Pifferiri”, ecc. cambia i principi di base della scuola accademica. I suoi dipinti sono scritti in un sonoro colore locale, le forme sono delineate con uno schema esatto, l’ordine è pensato e modificato la composizione.
I poveri vestiti dei suoi musicisti erranti sembrano belli sotto i raggi del sole del sud. La bellezza e la rigorosa nobiltà delle forme rimangono per l’allievo dell’Accademia, con tutto il suo interesse per la trasmissione della scena osservata direttamente dalla vita del semplice popolo italiano.