Questo dipinto di grande eleganza, Watteau, presentò alla giuria degli accademici la sua elezione come membro a pieno titolo della Royal Academy of Painting and Sculpture nel 1717. Ricordiamo al lettore che l’isola di Kiefer, che appare nel nome della tela, è Cipro, il luogo di nascita della dea dell’amore, Afrodite.
Pertanto, il pellegrinaggio a Kiefer fu per l’allegoria francese del XVIII secolo molto trasparente. “Pellegrinaggio all’isola di Kiefer” – più personalizzato del quadro narrativo, come, in effetti, la maggior parte del lavoro di Watteau.
Dal titolo possiamo concludere che l’autore vuole mostrarci la “vacanza dell’amore”. Ma no Piuttosto, la fine della vacanza, quando tutta l’ambrosia viene mangiata e il nettare viene bevuto. La sensazione di transitorietà e fragilità della felicità è enfatizzata dall’autunno, la trasparenza crepuscolare del paesaggio.
Antoine Vatto includeva spesso nelle sue composizioni statue legate alla trama e all’umore del quadro. Nel “Pellegrinaggio all’isola di Kiefer” la statua di Venere è semi-nascosta all’ombra degli alberi. La guardiamo grazie ai fiori rosa che sono intrecciati con il corpo di pietra della dea.
Si noti che ai piedi della statua della dea è legato con un nastro rosa di frecce. Questo è un segno della presenza di Cupido, il giocoso figlio di Venere. Per quanto riguarda il colore rosa, Watteau lo spruzza in modo tale da condurre lo spettatore in una traiettoria stravagante – dai fiori rosa di Venere, attraverso il mantello della signora e la canotta rosa brillante del gentiluomo, che ci da le spalle, ai putti che si librano nel cielo sopra l’isola.
Watteau lavorava sempre rapidamente e spesso applicava la vernice troppo in fretta, il che a volte portava a macchie e distorsioni. Ma in questo caso è stata questa fretta che ha aiutato il maestro a trasmettere brillantemente la trama del fogliame – diventa solo più espressivo grazie ai segni del pennello lasciati sulla superficie dell’immagine. Le vernici vengono applicate in strati sottili, quasi trasparenti, utilizzando la tecnica “wet on wet”, mentre i toni marroni sono visibili attraverso il verde, che arricchisce senza dubbio la gamma tonale dell’immagine.
Allo stesso modo il fogliame è stato scritto da Thomas Gainsborough, che ha molto apprezzato il talento di Watteau.