Afferrando a malapena il lavoro di Maurice Denis, un simbolista francese, in quel preciso istante ti rendi conto che si tratta di qualcosa di nuovo, attentamente pensato, organizzato e ordinato. E in effetti, in ciascuna delle sue opere, il maestro ha dimostrato la fattibilità della sua teoria sulla speciale elaborazione della superficie pittorica. Basandosi sull’armoniosa ordinanza della struttura, una particolare decorazione nella disposizione di figure umane o elementi del paesaggio, Denis era un apologeta della modernità.
“Musa” di stoffa o “Musa in un bosco sacro” – un ovvio traduttore dei principi su cui si basa il lavoro del maestro. Il dipinto raffigura una vera foresta a Saint-Germain, che personifica il “bosco sacro”, amato dal maestro. Muse, la patrona dell’arte – è un’allegoria, espressa in un’immagine piano bidimensionale.
Non ci sono attributi consueti nelle mani delle vergini con le quali sarebbe possibile identificare chi è condiscendente quale arte – solo figure lisce all’ombra di un castagneto.
Le figure femminili si inseriscono armoniosamente nel paesaggio, costituito principalmente da alberi. Si richiama l’attenzione sulle sagome accuratamente sottolineate, le linee particolarmente lisce, così come il colore e la semplicità, una certa schematizzazione nel disegno.
Grazie a contorni chiaramente definiti, le macchie di colore si trasformano in un motivo, singole figure, creando un unico diagramma armonioso. Come, forse, qualsiasi lavoro del simbolista, l’immagine presentata non può avere un’interpretazione inequivocabile. E più interessante è il lavoro: è multiforme e sfaccettato.