Ai lati esterni del trittico le foglie sono in ginocchio donatori con i loro santi patroni. Sul case a sinistra si trovano l’abate Anthony Seghers e il tesoriere Jakob de Kenink, sul caso a destra la badessa Agnes Casembroth e il tesoriere Klara van Hulzen.
Questi personaggi corrispondono a quattro figure nella parte centrale del trittico: due Giovanni, Santa Caterina e Barbara; Inoltre, Catherine simboleggia la comunità di suore, la sposa di Cristo e Barbara, la santa, chiamata in preghiera per aiutare il cristiano gravemente malato, sofferente o morente. L’intreccio di illusione e realtà è anche chiaramente visibile nel modo in cui Memling ha concepito il lato esterno dell’altare. Ricordiamo che in precedenza tutti i lavori sul retro delle valvole erano eseguiti nella tecnica della grisaglia.
Le figure sembrano vive e come tali non sono inferiori alle immagini all’interno. Memling rompe con la tradizione della parete posteriore “morta” e proclama quindi la sua fine. L’immagine cessa di essere una parte utilitaristica della situazione della chiesa, ma diventa uno schermo ottico, una porta su un nuovo spazio su ogni lato.
Sebbene siano presenti donatori, non si inginocchiano prima del palco principale. Si può affermare con certezza che il lavoro di Hans Memling appartiene a una categoria completamente diversa rispetto alle opere dei suoi famosi connazionali – van der Goes e Bruegel, che potevano interpretare la trama in una dimensione puramente “umana”. Ma fu lui il primo a incarnare con successo l’aspetto “platonico” nella pittura a nord delle Alpi, proprio in quel momento, quando artisti da Pisanello a Raffaello cercarono di ottenere lo stesso risultato in un modo completamente diverso durante il periodo dei Quattro italiani.
Memling crea uno spazio mistico in cui non solo l’illusione e la realtà interagiscono, ma anche il cielo e la terra.
La mitologia cristiana si sviluppa in un quadro che non è inferiore in luminosità alle immagini dell’antichità. Immagine e tradizione vanno di pari passo in un unico concetto, conservato nella storia e nel tempo, definendo chiaramente il ruolo della pittura come pura immagine e in questo senso rispecchiando la realtà ideale.