La più famosa di tutte le Sibille è la Sibilla Kuma. Molti Sibylin del libro sono collegati al suo nome. Fu lei a predire la morte di tutto il mondo.
Kuma Sibyl opprime il suo corpo eccessivamente grande e la sua deformità. Michelangelo con tutte le sottigliezze trasmetteva l’immagine di questa profonda vecchia, con un corpo potente, seduto su un trono di marmo che leggeva un libro antico. Il contenuto del folio lo cattura chiaramente.
La vecchia è assorta nel difficile compito di interpretare ciò che ha letto, apparentemente in questo libro ha letto qualche verità profetica.
La sua frequente menzione nell’arte mette in ombra qualsiasi altra Sibilla, ancora più bella e profeti giovani. La Sibilla Kuma è una sacerdotessa greca che visse per molti anni nella città italiana di Kuma. Lo stesso Appolon si innamorò di lei, con il risultato che ricevette una divinazione da Dio come dono e una vita che durerà quanti anni una sacerdotessa può essere lontana dalla sua terra natale.
Gli anni passarono, le generazioni morirono dopo generazioni, solo una Sibilla non vide morte e dolore. Ma non è durato a lungo. Fino ad ora, l’indovino non aveva capito che aveva dimenticato di chiedere ad Apollo l’eterna giovinezza, a causa della quale rapidamente appassiva e si trasformava in una terribile creatura rugosa, che sognava solo una rapida scomparsa.
La Sibilla Kumskaya visse per più di mille anni e morì una vecchia decrepita e rugosa quando i Greci la visitarono per caso, che portò con sé una manciata della loro terra natale.
Vasari parlava dell’indovino come segue: “… un’affascinante e non meno bella vecchia Sibilla che siede con la massima grazia e studia attentamente il libro. Le pose delle due coppie raffigurate accanto a lei sono altrettanto maestose.”