Goya è coinvolto nella difesa della sua città natale di Saragozza nella guerra con i francesi. Crea la sua seconda serie di incisioni: “The Horrors of War”. La serie è composta da 85 fogli.
Possiedono l’enorme potere espressivo del documento, i resoconti dei testimoni oculari di questa eroica lotta del popolo spagnolo contro Napoleone.
Uno dei primi fogli della serie è dedicato alla ragazza spagnola Maria Agostine, partecipante alla difesa di Saragozza, in piedi su una montagna di cadaveri e continuando a sparare quando tutti intorno erano già uccisi. La foglia si chiama “Che valore!” La folla in frantumi, i cadaveri hackerati, i furti, la violenza, le sparatorie, gli incendi, le esecuzioni – “l’artista non è mai stato cambiato dalla durezza della sua mano, né dalla lealtà dei suoi occhi nelle immagini, che ancora adesso fanno rabbrividire i nervi più forti…”
Questa serie è l’apice della grafica realistica di Goya. Non c’è allegoricità in esso, tutto è estremamente chiaro ed estremamente espressivo. L’artista fa ampio uso dei contrasti di luce e ombra.
Goya ricorre ad un’allegoria solo in quei fogli che sono dedicati al periodo di reazione che si verificò dopo il 1814, quando fu nuovamente costretto a parlare in lingua esopica. Il cavallo che combatte contro il branco di cani è la Spagna tra i nemici. Il diavolo sotto forma di pipistrello scrive nel libro della decisione “contro il bene comune” …
La serie termina con immagini di pessimismo illimitato.