Al centro dell’immagine è la neraide di Anfitrite, sposa di Nettuno. Si siede sul toro, il cui corpo termina con una coda di pesce circondata da numerosi retinues. Le due Nereidi sostengono rispettosamente il gomito e la coperta rosa di Anfitrite, e i due tritoni le danno la gloria.
La figura di Nettuno si sposta sul bordo dell’immagine a sinistra.
Con una mano controlla una troika di cavalli che corrono veloci e l’altra tiene un tridente, un attributo tradizionale del dio dei mari. Il suo sguardo è rivolto al bellissimo Anfitrite. Sempre a sinistra, sopra la figura di Nettuno, vediamo il carro della dea dell’amore, Afrodite, accompagnato da amorini e con una torcia accesa in mano.
Altri amorini stanno inondando i personaggi principali con fiori di rose e mirto, a simboleggiare l’inclinazione dell’amore e il matrimonio di Nettuno e Anfitrite. Uno degli amorini sta mirando da un arco verso Nettuno e le frecce del secondo hanno già raggiunto un uomo che porta una bella ninfa sulle spalle. Ma chi è rappresentato in questa scena di rapimento?
Il volto dell’uomo non è visibile, è coperto da una mano e quindi si può presumere che la neraide Galatea sia raffigurata qui, e il ciclop Polifemo, che era considerato il figlio di Nettuno, è innamorato di lei. E comprendiamo il suo gesto: il ciclop era esternamente brutto e l’artista evitava l’immagine della bruttezza nella sua pittura.