Questo polittico si trova ancora nell’edificio per cui una volta Rogier van der Weyden lo scrisse, vale a dire nel rifugio del povero Hotel Dieu a Beaune, vicino a Digione. Non ci sono documenti che possono far luce sulla storia della creazione di questa magnifica e formidabile pala d’altare. La prima menzione risale al 1501.
Si può solo supporre che Rogir iniziò a lavorare al dipinto poco dopo la fondazione del rifugio, e terminato al tempo della consacrazione della chiesa del rifugio, cioè entro il 1451.
Il fondatore dell’orfanotrofio Hotel-Dieu era Nicholas Rolin, il favolosamente ricco Cancelliere della Borgogna, il cui ritratto brillantemente eseguito possiamo vedere nella foto di Jan van Eyck “Madonna Cancelliere Rohlen”. Sul polittico “Il giudizio universale” è presente anche il ritratto di Rolen, ma sul retro di uno dei nove pannelli. Ritorniamo, tuttavia, sul lato interno della pala d’altare. Al centro della composizione, sul pannello più grande, c’è Cristo nella gloria.
Proprio sotto – l’arcangelo Michele, che pesa le anime dei morti.
La Vergine Maria, l’intercessore della razza umana, implorando umilmente suo Figlio di perdonare le persone dei loro peccati, si inginocchiò alla destra di Cristo. Sia Cristo che i santi intorno a lui sono seduti su nuvole di fuoco, sotto le quali giace la terra bruciata e morta che ha posto fine alla sua esistenza. Cielo grigio piombo, che si estende fino all’orizzonte, da un lato illuminato da un bagliore di fuoco infernale. Là, all’inferno, vai, singhiozzando, peccatori non pentiti.
Nella direzione opposta, senza smettere di lodare il Signore, vengono inviati i giusti.
L’angelo li incontra alle porte della Nuova Gerusalemme, umile e pacifico. In termini di dimensioni e coraggio dell’idea del polittico “Giudizio Universale”, può essere paragonato al famoso “Altare di Gand” di Jan van Eyck, e non c’è dubbio che Rogier sia stato guidato da quest’opera del suo grande predecessore.