Uno dei dipinti più famosi di “The Gypsy’s Dream” di Rousseau è anche la sua opera più costosa, oltre alla più misteriosa. La tela fu scoperta nel 1923, 13 anni dopo la morte dell’autore.
A quel tempo, il lavoro dell’artista non era ancora diventato ampiamente noto, e si diceva che il dipinto potesse non appartenere a lui, ma alla mano di un artista surrealista. Lo storico dell’arte, il gallerista Canweiler acquistò un dipinto da un commerciante di carbone parigino, non avendo prove della paternità dell’opera, anche se c’era un’altra opinione che attribuiva la tela al fauvista Andre Derain.
Le controversie sono state risolte dopo che è stata trovata una lettera di Rousseau in cui si rivolge al sindaco del suo nativo Laval e, senza cambiare il suo modo ingenuo, gli chiede di acquistare un dipinto per 1800-2000 franchi, considerando che la città è “degna” di avere un ricordo di un artista autodidatta. L’appello è stato ignorato.
Gli artisti suonavano nelle fila degli intenditori d’arte che quest’opera segna la decisiva transizione di Rousseau nelle fila dei surrealisti, sebbene l’autore stesso abbia scritto del dipinto come una tela realistica. La versione più convincente è la versione che suggerisce che una combinazione di impulso creativo con il desiderio di imitare i canoni accademici ha portato a un risultato completamente opposto: per esempio, Rousseau credeva che se San Girolamo e il leone fossero raffigurati nella foto di Girolamo, sarebbe del tutto naturale sembrare un animale e uno zingaro.
È chiaro che lo stile del dipinto è originale e non vi è alcuna riproduzione piatta del paesaggio al suo interno.