Seguendo l’esempio di Rubens Van Dyke, ha viaggiato molto in Italia, studiando il suo patrimonio artistico. Con grande attenzione, tratta i capolavori della pittura veneziana, a Roma si interessa alle opere di Michelangelo e in seguito a maestri come Annibale Caracci e Gercino, visita Firenze, Bologna, Palermo. Ritornato a Genova, Van Dyke continua a dipingere ritratti di aristocratici locali.
I ritratti delle sue opere possono essere distinti dalle opere di Rubens per l’intensa vita interiore che brilla agli occhi dei modelli dell’artista più giovane.
Nei migliori ritratti di Van Dyck, l’attenzione dell’artista è sempre focalizzata sui volti con i loro lineamenti delicati, le sopracciglia leggermente accigliate e uno sguardo freddo e persino duro. Nella prima metà del 17 ° secolo, nessuno, tranne Van Dyck, poteva creare l’immagine di una persona finemente intelligente, calma, educata e abbastanza fiduciosa. Un eccellente esempio di tale ritratto, in cui il maestro ha mostrato sia la mente che la volontà di un diplomatico in combinazione con il gusto raffinato del patrono delle arti e collezionista per il re inglese Carlo I, può essere George Gage con due assistenti, scritto a Genova nel 1622-1623.
Sulla tela avvolta in una figura di mantello nero. Il volto magro e intelligente di un giovane si trasforma in un’antica statua, che gli viene mostrata dai suoi due assistenti e che apparentemente otterrà. Lo sfondo funge da paesaggio che si diffonde in una foschia dietro colonne romane.
I volti degli assistenti sono imprecisi, l’attenzione è focalizzata sul volto di Gage e sulle sue belle mani nervose con dita sottili.