Il trittico “L’esaltazione della croce” fu completato nel 1610 e portò Rubens tanto attesa gloria. L’idea di incarnare questa storia sulla tela è venuta al pittore in Italia, tuttavia, è stato in grado di iniziare i lavori solo al suo ritorno in patria, nelle Fiandre. Parlando della straordinaria immagine di un artista eccezionale, prima di tutto, vorrei sottolineare che c’è qualcosa di insolito in questo lavoro, e ci sono davvero abbastanza nuove innovazioni qui.
In primo luogo, la trama stessa – i dipinti associati alla crocifissione di Cristo, prima che Rubens illustrasse l’azione che aveva già avuto luogo – Cristo fu eseguito. Per la prima volta nella pittura religiosa, Rubens ha reso lo spettatore testimone di questa scena drammatica. In secondo luogo, Rubens ha privato la trama canonica e le persone qui presenti dall’essere statiche.
L’opera è piena di dinamica, che si incarna nei muscoli tesi dei soldati, furiosamente, quasi freneticamente erigendo una croce.
Cristo stesso non è rappresentato come un santo martire, umile e calmo, ma come il grande creatore del suo destino, che sta al di sopra di tutto ciò che sta accadendo. Le sue mani non sono indifferentemente allungate docilmente ai lati, ma sollevate sopra la sua testa orgogliosa. Lo spettatore può vedere quanto è teso il suo corpo muscoloso.
La parte centrale del trittico è dedicata al personaggio principale: Cristo.
Il pannello di sinistra raffigura una madre in lutto, Joseph e altre persone. La parte destra raffigura due criminali che si stanno preparando per una mostruosa esecuzione. L’intera composizione, a causa della combinazione di colori, ricorda un’onda vivente, che raccoglie e imposta una croce. Abbagliamento irrequieto, punti luminosi, linee nette e creano un movimento impulsivo drammatico.
Fin dalla prima occhiata alla foto, ogni credente con sentimenti contrastanti di dolore, colpa e tristezza realizza ciò che un grande sacrificio ha fatto Cristo in nome dell’umanità: questo era ciò che Rubens voleva. Dopo aver scritto questa immagine, Rubens è stato chiamato il “dio dei pittori”.