La civiltà non ha portato più intelligenza nella vita umana. Come per proteggere il ragionevole dall’eccessiva arroganza, la storia immerge l’umanità nelle guerre più sanguinose che hanno riportato indietro la gente decenni. Lo sviluppo rallenta per diversi decenni, crolla ciò che sembrava irremovibile e irremovibile.
Enormi elefanti, gli animali terrestri più grandi e più forti, in piedi su sottili gambe su palafitte sono un simbolo di colossi politici su gambe instabili della storia. Tempo spietato. Rifiuta tutto in passato, ha paura di tutto in futuro.
Molta politica è reale, istantanea, appena percettibile. L’immagine è stata creata dopo una terribile guerra in cui erano coinvolte persone di centinaia di paesi.
Il bagliore rosso che lascia il posto al sole nascente divenne il simbolo dell’incubo in partenza. A quest’ora dell’alba, il passato stanco dice addio al regalo allegro. Il futuro è nascosto… Un languido, triste elefante, vaga nell’oblio.
Un elefante vigoroso e con la tromba cammina verso di lui, entra con orgoglio nei suoi diritti per trasformarsi rapidamente in triste e in partenza… Due figure umane sono appena percettibili: una femmina e un maschio.
Sullo sfondo dello scenario pomposo con gli elefanti, sembrano completamente insignificanti, ma sono i principali nella foto. La forza motrice naturale della civiltà non è in strutture potenti con basi fragili, ma l’eterna lotta per la continuazione della razza, rivestita nella forma di amore e affetto. La natura non permette alla civiltà di morire, il suo potere non è così evidente come la macchina statale, con obelischi, orpelli rituali, ornamenti luminosi.
L’immagine è priva di dettagli, di fronte allo spettatore è un deserto. Non c’è nulla al mondo, tranne che per la grande natura e lo stato, la creazione della cultura. Non è la migliore delle sue creazioni.
La passione di Dali per gli elefanti è sempre stata oggetto di particolare interesse da parte dei ricercatori. I maestri hanno affascinato questi animali. I suoi piani erano di andare su un elefante attraverso i Pirenei, per il gusto di ripetere la campagna di Annibale.
La campagna non ebbe luogo, ma le immagini perseguirono l’artista e passarono da una foto all’altra.