È accertato che l’immagine è stata tagliata da tutti i lati. Si ritiene che la ragione di ciò sia stata la pessima condizione dei suoi bordi. Con ogni probabilità, per lo stesso motivo, l’immagine, originariamente dipinta su un albero, è stata trasferita sulla tela.
Questo tipo di composizione su questo tema si formò a metà del XV secolo, principalmente nella forma del cosiddetto “Imago Pietatis”.
La prima composizione del genere fu creata da Donatello sul quadro centrale dell’altare in bronzo a Padova. Il Salvatore è raffigurato seduto in un sarcofago, sul suo corpo sono presenti tracce di ferite da crocifissione e abusi. In tali composizioni, venivano spesso raffigurati due angeli. Non vediamo il Cristo morto, il suo volto vivente ci guarda.
Pertanto, l’idea di risurrezione si esprime anche nel lavoro. Il patrimonio artistico di Giovanni Santi non è ancora del tutto compreso.
Sono sopravvissute solo alcune immagini di questo maestro, meglio conosciuto come cronista. Il suo primo dipinto datato risale al 1481. Nel risolvere numerosi dettagli, la tela di Budapest è più vicina al dipinto dell’altare di Giovanni Santi, dipinto nel 1489, e al dipinto di Milano “L’Annunciazione”, scritto intorno al 1490.
Un altro punto particolarmente interessante attira l’attenzione: una mosca seduta sul petto di Cristo. È scritto con tale abilità che spesso fuorvia il pubblico con la sua naturalezza. Secondo Andor Pigler, l’immagine di questa mosca avrebbe dovuto essere come un talismano magico per spaventare le mosche viventi, sporcando il quadro. Come suggerito, questa usanza di raffigurare le mosche veniva dai Paesi Bassi ed era particolarmente comune negli anni 1450-1515.
L’immagine delle mosche si presenta più tardi, ma piuttosto per il bene di effetti illusori.