Questo è uno dei paesaggi, scritto in Auvers-sur-Oise. Dopo essersi trasferito lì dopo un corso di cure presso l’ospedale Saint-Rémy, l’artista si dedicò interamente alla pittura. Disegnando ampi spazi aperti e piccoli angoli naturali accoglienti, viste sul villaggio e verdi giardini rurali, l’artista ha trovato una sorta di rifugio dai suoi problemi nella contemplazione della natura, quasi non distorto e non toccato dalla civiltà umana.
La natura è sempre stata per Van Gogh il miglior “interlocutore”, ma l’artista non era inerente al desiderio di ritrarla fotograficamente accurata. I paesaggi di Van Gogh sono estremamente soggettivi e in essi si esprimono esperienze personali, a volte al loro apice. Un esempio è questo lavoro.
Se lasciamo cadere la componente emotiva, allora possiamo vedere il lirismo completo della composizione. Un piccolo ruscello scorre in lontananza, circondato da boschetti di canne, fitti arbusti e alberi. Ma la struttura dei colori e lo stile pittorico riempiono il paesaggio di ansia e confusione.
I rami affilati degli alberi, come lingue di fiamma, si precipitano verso il cielo scuro, che sembra schiacciare con il suo urlante, denso colore blu. Questa tonalità diventa ancora più spessa, riflessa nell’acqua del ruscello, toccata da increspature annerenti.
Canne spesse gialle irte di direzioni diverse, tra cui si perdeva uno stretto sentiero. Sembrano illuminati, ma non c’è un accenno di luce nel cielo. Il paesaggio diventa minaccioso, scomodo e angusto, trasmettendo lo stato d’animo dell’autore.