Dipinto dell’artista francese in stile rococò Francois Boucher “Art Geniuses”. La dimensione del dipinto è di 72 x 74 cm, olio su tela. Secondo le antiche visioni italiane, i geni sono gli dei protettori che erano in ogni persona fin dal momento della sua nascita e lo hanno accompagnato ovunque, come il secondo “io”.
Nella mitologia romana, un genio è una divinità, lo spirito patrono di un clan, famiglia, comunità civile.
Originariamente personificato il maschile, la forza vitale. Era anche considerata una divinità indipendente, che nacque insieme a un uomo e determinò il suo percorso di vita. Non c’erano solo geni di individui che determinarono la loro volontà e azioni, ma anche geni di popoli, legioni, assemblee, città, paesi, campi, arti, teatri e persino dei.
I geni delle località erano spesso raffigurati come serpenti e il resto dei geni erano raffigurati come persone con una cornucopia e una coppa sacrificale nelle loro mani. Se i geni erano rappresentati durante il sacrificio, quindi secondo l’usanza romana, la loro testa era mezza chiusa con una toga: tali immagini di geni domestici venivano trovate a Pompei.
La statua del genio del popolo romano si trovava sul forum di Roma. Il culto del genio di ogni imperatore era di grande importanza. Quando Augusto in tutte le 14 parti di Roma erano statue del suo genio.
In varie lingue europee, la parola genio è usata in un senso diverso e con sfumature diverse; i francesi sono i più dispendiosi di lui, che, a parte le loro speciali qualità personali, significano anche lo spirito di fenomeni complessi e collettivi; approssimativamente lo stesso, ma meno generosamente, usa questa parola dagli inglesi; I tedeschi tendono a limitarlo al campo della creatività e della speculazione artistica; tra i tedeschi e anche tra i russi, il concetto di genio è più differenziato dal talento che dai francesi e dagli inglesi.