Morbido autoritratto con pancetta fritta – Salvador Dali

Morbido autoritratto con pancetta fritta   Salvador Dali

Su un piedistallo basso e piatto con l’iscrizione in inglese “morbido autoritratto” si erge una parvenza amorfa di una testa umana. Le caratteristiche facciali, grondanti sotto il peso del proprio peso, sono supportate da numerosi montanti. Ci sono così tanti di questi oggetti di scena sulla tela che creano una parvenza di un disegno traforato, trascinando l’attenzione dello spettatore su se stessi.

Il cervello cerca di abbracciare questo intreccio di linee verticali, perdendo la capacità di concentrarsi sui lineamenti morbidi del viso. L’unico dettaglio a cui è affidato il compito di trasmettere la somiglianza del ritratto: questi sono i famosi baffi intrecciati. Sì, forse, folte sopracciglia curve che sembrano un’immagine speculare di baffi.

Su un piedistallo si trova una striscia di pancetta casualmente arrostita, dimenticata da un turista di passaggio. Persone e cibo: una combinazione preferita di Dalì. “La mia pittura è vita e cibo, carne e sangue”, come diceva l’artista stesso.

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