Il dipinto “Walk in Arles” è stato dipinto da Vincent Van Gogh nel 1888. Attualmente, la tela può essere vista nel Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo. L’immagine è un lavoro a colori piuttosto brillante.
La tela è diversa decorativa e “multicolore”. Affinché l’immagine non sembri una struttura caotica e frammentata, l’artista delinea nettamente le linee di contorno, delimitando in tal modo alcune delle sagome dalle altre. Tale decisione introduce nell’immagine un sentimento di condizionalità, massima simbolizzazione dell’immagine.
In questa tela, tutto è insolito. La composizione stessa è atipica e condizionale, condizionale, come un istante instabile o come una fotografia di questo momento. L’insolita combinazione di colori, la tecnica del puntinismo in combinazione con tecniche grafiche separate dà origine a un prodotto eclettico, un confine, situato all’incrocio di due diversi movimenti artistici.
Questo è veramente qualcosa di nuovo e rinato, reinterpretato dall’artista in un modo completamente diverso, contrariamente alle leggi precedenti dell’immagine. Pertanto, ha luogo una trasformazione di una direzione artistica e la nascita di una nuova, ancora completamente incompleta.
La composizione della tela è organizzata da linee ondulate e molto curve, tra le quali l’artista riempie lo spazio di diversi colori luminosi con un ornamento punteggiato. Tutto questo sembra molto decorativo e accattivante.
Un’immagine completamente planare dovuta a tale “decolorazione” e “decorazione” prende vita e inizia a imitare i colori e le linee tra di loro. L’artista, come se avviasse il meccanismo che inizia a vivere, inizia il suo, solo questo movimento per lui.
L’immagine ricorda uno spazio da sogno, uno spazio che cambia istantaneamente, alcune immagini vengono trasformate davanti ai nostri occhi e altre scompaiono. È una specie di visione impressa, un sonno veloce, quando impressioni, colori e suoni si mescolano per incontrarsi in un sogno, quando l’irreale tende a diventare reale. In realtà, tali colori e linee non esistono – questo è un gioco, un gioco della ragione.
L’immagine centrale è uno spazio metaforico di ricordi di un giardino in Etten. Il giardino è pieno di un tripudio di fiori e altre bizzarre forme di vegetazione. I fiori elaborati creano una canna coloristica e strutturata comune, sulla quale si snodano altre immagini, affascinanti per la loro favolosità, fragilità e fragilità della loro esistenza in questo mondo di fantasia e sogni, il mondo nato da un gioco mentale.
La tela è in qualche modo oscurata, forse all’immagine mancano emozioni chiare, pulite, non avvolte, sensazioni non distorte e indivise, vernici pulite, infrangibili e solide linee e tratti non fluttuanti, non distorti.