A Venezia, Rubens incontrò il duca mantovano di Vincenzo I Gonzaga, con il quale probabilmente aveva già familiarità dal momento della visita del duca ad Anversa. Il duca portò Rubens al suo servizio e per otto anni fu pittore di corte alla corte di Mantova. Durante questo periodo, Rubens trascorse molti mesi a Roma, a Firenze, a Venezia, a Genova.
In Italia, Rubens lavorò ampiamente sulla creazione di dipinti d’altare, e in seguito questo tipo di arte visiva avrebbe avuto un posto di rilievo nel suo lavoro, insieme a lavori su monumentali composizioni decorative che ha eseguito per conto dei re di Spagna, Francia e Inghilterra.
In queste opere, i principi dell’arte barocca erano pienamente espressi, il rappresentante più importante dei quali in Europa era Rubens. Una di queste prime composizioni, Rubens, commissionata da Vincenzo I Gonzaga, duca di Mantova, tre dipinti per la sezione dell’altare della chiesa dei Gesuiti a Mantova. Nell’altare della chiesa mantovana, Rubens collocò la tela “La famiglia Gonzaga adora la Trinità”, e ai suoi lati furono collocati il ”Battesimo” e la “Trasfigurazione”.
Nel 1773, l’ordine dei Gesuiti fu sciolto, la chiesa perse i suoi proprietari e proprietari permanenti.
Durante l’invasione francese dell’Italia, la chiesa fu utilizzata come magazzino e la tela centrale della composizione “La famiglia dei Gonzaga adora la Trinità” fu gravemente danneggiata e nel 1801 fu tagliata in più pezzi. Allo stesso tempo, la parte principale della tela, che raffigura il duca in preghiera di Vincenzo I Gonzaga, sua moglie e i suoi genitori, rimase nel palazzo ducale di Mantova. Accanto al duca c’erano le figure dei suoi figli.
Conservato tre frammenti. Il più famoso di questo frammento. È probabile che questo ritratto raffigura il figlio minore di Vincenzo I – il futuro duca di Mantova Vincenzo II Gonzaga.
Possiamo ipotizzare che questo ritratto di Rubens apra tutta una serie di notevoli ritratti grafici e pittorici da camera che ritraggono bambini e adolescenti, che l’artista ha realizzato durante la sua vita. Cosa ci attrae di questo capolavoro di Rubens conservato casualmente? Innanzitutto, l’espressione facciale fugace e vivida di un adolescente.
Non posa per l’artista.
Il figlio minore del duca, come se ci passasse accanto, si volse accidentalmente al pubblico, scrutando attentamente il ritratto dell’artista. L’espressione del suo volto ha mantenuto vivo e vibrante un momento fugace e, guardando questa immagine, si può essere sorpresi dall’abilità di Rubens non solo nel rappresentare i colori della carne umana stessa, ma anche nella capacità di trasmettere l’essenza individuale e unica dei loro modelli. Questa qualità sarà di proprietà di tutte le migliori opere del pittore.