Davanti a noi, il famoso “Stoker” di Nikolai Aleksandrovich Yaroshenko!
Qualcosa ha fatto staccare il pompiere dal lavoro. Stanco appoggiato all’enorme reticolo che racchiude il focolare, rivolse uno sguardo acuto e indagatore allo spettatore, rivolgendosi a lui con una domanda stupida o controllando i suoi pensieri più intimi. Di solito, curvo e spostando meccanicamente il poker dalla sua destra alla sua mano sinistra, si è arreso ai suoi gravi pensieri durante questi momenti casuali di riposo. È improbabile che ora senta il caldo respiro della fiamma che soffia su di lui dal focolare aperto.
I riflessi esitanti danno una vivacità speciale all’intera figura dell’operaio, la brillantezza scintillante del suo aspetto. I colori scuri, pieni di intenso bruciore e il modo stesso di scrivere con tratti ampi, ruvidi, ruvidi sono peculiari.
Un segno profondo lascia nel ricordo questa immagine espressiva… Una semplice faccia larga, la fronte rugosa di rughe, folti capelli arruffati… Da sotto le sopracciglia arruffate, dolorosamente sollevate, i piccoli occhi curiosi guardano e il loro sguardo nitido è indimenticabile. Non è odio, non protesta per un uomo pronto a entrare in una lotta implacabile con i suoi schiavisti, leggiamo in questo sguardo; queste caratteristiche entreranno nell’arte russa poco dopo.
Lo sguardo del fuochista è pieno di una sorta di rimprovero silenzioso. Guardando la sua figura, come se fosse stato strappato alla vita, si pensa involontariamente al perché la vita di quest’uomo è così dura e senza gioia, perché le sue mani distorte e tese non conoscono la pace e il riposo.