Presentato da Janos Laszlo Pirker nel 1836. Catena seguì la via dello sviluppo caratteristico degli studenti del defunto Bellini. All’inizio del suo lavoro, seguiva il suo insegnante in ogni cosa, imitava il suo stile, utilizzava i suoi principi compositivi, adottava persino singole figure, lasciandole spesso senza alcun cambiamento.
Ma con l’avvento dei primi maestri maturi, il Rinascimento ruppe con questa tradizione e divenne un seguace di Giorgione, Palma Vecchio e Tiziano. Le immagini di Maria e del bambino nella foto qui presentata sono state riprese apportando piccole modifiche da un singolo dipinto di Bellini, ma l’influenza degli artisti tedeschi si fa sentire nella scrittura della testa di San Giuseppe. Tutti i critici d’arte considerano all’unanimità il quadro di Budapest come uno dei primi lavori di Katena, ad eccezione di F. Heinemann, che lo attribuisce a un artista sconosciuto dello stesso laboratorio di Caten, sotto il nome condizionale di Vincenzo di Girolamo.
A favore della prima datazione del quadro parla non solo della forte influenza di Bellini osservata in esso, ma anche del fatto che non sente ancora l’influenza dell’arte dell’Alto Rinascimento. Sfortunatamente, Catena non mise le date sulle sue opere, e solo la sua pala d’altare “Santa Cristina” della chiesa veneziana di Santa Maria Mater Domini può essere datata al 1520, e quindi solo sulla base di vari dati di supporto, e l’immagine “Madonna Loredo”, conservata in Museo veneziano Correr, risalente al 1501-1504 anni.
Anche l’immagine di Budapest risale a questo periodo e continua con una serie infinita di dipinti sul tema della Sacra Conversazione con la loro composizione semplice e simmetrica. Su nastro di carta, che detiene la santa moglie, è firmato: VICENZO S. R.