Impressionante immagine di Guglielmo I del Principe di Orange, soprannominato il Silenzioso. Questo politico lungimirante e segreto, che guidò la ribellione dei Paesi Bassi contro la corona spagnola, apparentemente non aveva né il tempo né il desiderio di posare per i pittori.
Ritratti a vita del suo molto raro, quindi di particolare interesse è il ritratto, che è passato nel Mauritshuis da uno dei palazzi shtatgalterov. È stato eseguito dall’artista di Anversa Adrian Thomassen Kay negli ultimi anni della vita di Wilhelm the Silent.
Il confronto con il “Ritratto maschile” di Memling mostra quanto la percezione della persona umana sia cambiata nel corso del secolo che è passato da allora. Nonostante le sue dimensioni ridotte, il ritratto di Memling si distingue per lo speciale suono pieno del linguaggio artistico; è sia a colori, sia nella magnifica plastica del viso, e in quanto orgogliosamente la testa sollevata si staglia sullo sfondo del cielo blu scuro. Adrian Kay è un professionista coscienzioso, non privo di talento, ma è tutt’altro che Memling.
Il suo lavoro potrebbe passare inosservato se la persona raffigurata non fermasse lo sguardo del “volto con un’espressione non generale”.
Dietro l’abituale contenimento e la chiusura, vediamo la rara forza di volontà e mente, una vita interiore tesa e irrequieta. E la semplicità esterna e il significato interno del ritratto corrispondono a ciò che sappiamo della personalità estremamente complessa di William. Il nuovo contenuto psicologico proviene non solo e non tanto dall’artista, quanto dal modello, e tuttavia influenza le caratteristiche importanti della coscienza artistica dell’epoca.
Non per niente il ritratto di Wilhelm the Silent fu dipinto già alla fine del tempestoso XVI secolo, quando il futuro – il XVII secolo – fu forgiato nel crogiolo della rivoluzione olandese.