Dipinto del pittore olandese Rembrandt van Rijn “Ritratto di un vecchio guerriero”. Dimensioni del ritratto 108 x 86 cm, legno, olio. Nei numerosi ritratti di Amsterdam nel 1630, Rembrandt sta cercando di scoprire nelle mutevoli e controverse persone che ritraggono la verità indivisibile: cosa crede in queste persone e cosa uccide, si fida, dubita, spera in misericordia e lo mostra?
In relazione al lavoro di questo decennio, dovremmo menzionare l’unica dichiarazione “teorica” di Rembrandt, conservata in una lettera a Konstantin Huygens il 12 gennaio 1639. In esso, Rembrandt definisce la quintessenza artistica dei dipinti “Stare in una bara” e “Resurrezione” dal ciclo della Passione, scritto per lo statestaker, come “il movimento più grande e più naturale”.
Una formulazione molto oscura e incompiuta, sulla base della quale successivamente è stata giudicata sulla base esternamente formale o sulla sincera determinazione di Rembrandt. Molto probabilmente, ciò si riferisce a un’allusione al destinatario dell’allora noto filologo Francis Junius, che, nel discorso sull’immagine pittorica della Passione, scrisse della complessa presentazione del “movimento efficace a tre vie o dell’eccitazione del soggetto dell’immagine, dell’artista e dello spettatore”, basandosi sul prestato, probabilmente Durer ha la premessa: “Quindi, questi movimenti dell’anima sono estratti in qualsiasi modo dalla verità della natura”.
Anche se ovviamente Rembrandt, riferendosi all’occupazione e alla mancanza di tempo, si dissocia da altre disposizioni di Giunio, quindi in questo turno, quasi letteralmente in coincidenza con una precedente valutazione di Konstantin Huygens sull’immagine di Giuda, appare un accenno di ironia.