L. N. Tolstoy Repin ha scritto diverse volte. Ma il più riuscito di tutti si rivelò essere un ritratto, scritto nel 1887, a Yasnaya Polyana, in soli tre giorni. Questo ritratto appartiene ai migliori ritratti di Tolstoj ed è molto popolare.
Lo scrittore è raffigurato seduto su una sedia, con un libro in mano. Sembra che si sia appena allontanato dalla lezione per un minuto e sta per ricominciare a leggere. L’artista ha catturato Tolstoj con semplicità e naturalezza, senza la minima posa.
La posa dello scrittore è molto naturale.
Occhi severi, penetranti, sopracciglia arruffate, rabbiose e accigliate, fronte alta con una piega nettamente inclinata – tutto rivela in Tolstoj un profondo pensatore e osservatore della vita con la sua sincera protesta contro ogni menzogna e menzogna. Con grande plasticità, il viso di Tolstoy è scritto, in particolare la sua fronte. La luce diffusa che cade sul viso rivela il rigonfiamento irregolare di questa grande fronte, enfatizza l’ombreggiatura degli occhi profondi, che diventano più severi, più severi.
Rivelando il carattere dello scrittore, sottolineandone l’importanza nella società, tuttavia, Repin non idealizza Tolstoj, non cerca di circondarlo di un’aura di esclusività. L’intero aspetto di Tolstoj, il modo di mantenere un individuo decisamente semplice, ordinario, ordinario e allo stesso tempo profondamente significativo. Un volto puramente russo, piuttosto un contadino che un aristocratico barina, brutto, con lineamenti irregolari, ma molto significativo, intelligente; una figura proporzionata, in cui fa capolino la grazia peculiare e la naturalezza libera di una persona istruita – tale è la caratteristica dell’aspetto di Tolstoj, che lo rende diverso da chiunque altro.
Il ritratto è scritto in una gamma molto limitata, rigorosa argento-nero: una camicetta nera con morbide pieghe, una sedia lucida nera con un bagliore di luce bianco-argento su di essa, fogli bianchi di un libro aperto leggermente ruvidi nella trama. E solo il viso e in parte le mani escono da questo tono generale.
Guardando il viso di Tolstoj, le sue mani pesanti e affaticate, uno lo immagina involontariamente non solo alla sua scrivania, con un libro tra le mani, ma anche sul campo, dietro un aratro, in un duro lavoro.