Monigetti Hippolytus Antonovich-architetto. Nato a Mosca il 2 maggio 1819. Dopo essersi diplomato alla Scuola Stroganov di Mosca, è entrato all’Accademia Imperiale di Belle Arti di San Pietroburgo nel dipartimento di architettura secondo la classe del Professor Alexander Pavlovich Bryullov. Nel 1839 si laureò all’Accademia con una medaglia d’oro di secondo grado.
Nel 1840 compì numerosi viaggi in Egitto, Turchia e Italia.
Su invito personale dell’Imperatore Nicola I, iniziò a lavorare a Tsarskoye Selo, dove creò una serie di strutture per parchi ed edifici residenziali: il padiglione del bagno turco, la fattoria per bambini -1861, il padiglione Lamskoy Bryullov ha ricreato l’allievo di suo fratello con amore e tenerezza – allievo della classe di architettura dell’Accademia – Ippolit Antonovich Monigetti. Il ritratto di Monighetti affascina la purezza giovanile e la spontaneità dei sentimenti. È umile, sincero e allo stesso tempo esaltato poeticamente.
La lucentezza infuocata degli occhi umidi, il brivido delle labbra leggermente aperte parlano delle passioni nascoste del giovane. Incorniciato dai morbidi capelli scuri che cadono, il viso pallido di Monighetti è oscurato dal pensiero creativo. Il suo sguardo entusiasta, un’espressione fiduciosa sul suo viso, guarda sognante in lontananza.
Monigetti era così umile e affascinante nella vita. “N. A Monighetti”, ha scritto nel suo necrologio, “era uno di quei rari artisti che, con un notevole talento e una vasta attività instancabile, non amano mettersi in mostra; ha vissuto in un ambiente familiare stretto e tutto dalla mattina alla sera in continuazione tutta la sua vita ha dato l’arte “”.
Il colore del ritratto è mantenuto in linea con l’aspetto del giovane in semplici abiti neri. Ma dalla monotona gamma oscura di Bryullov ha estratto il miglior suono cromatico. Animato solo da una macchia rosa delle labbra, il ritratto emette una luce interna morbida.
Il ritratto di Monighetti ci ha raggiunto in modo distorto. Anche nel secolo scorso, ha subito un’operazione barbara. Il suo ex proprietario, che voleva “adattare” la tela quadrangolare sotto la spettacolare cornice scolpita di forma ovale, tagliava la tela in pittura, violando così le sue proporzioni e il rapporto della figura