Nel 1716, il pittore Ivan Nikitich Nikitin fu inviato da Pietro 1 all’estero in Italia. Ma si può a malapena dire che è stato inviato lì come un semplice studente. In una lettera a Caterina a Berlino il 19 aprile 1716, Pietro scrisse: “… chiedi al re di ordinare alla sua persona di cancellarlo… in modo che sappiano che ci sono buoni padroni della nostra gente”.
E in Italia, Nikitin, come maestro riconosciuto, ricevette molto di più dal mantenimento del tesoro rispetto agli altri pensionati zaristi. Il ritratto di Anna Petrovna, la figlia maggiore di Peter ed Ekaterina Alekseevna, interpretato da Nikitin prima del suo viaggio all’estero, ha davvero dato allo zar russo ogni motivo per essere orgoglioso del suo artista.
Nikitin impresse Tsesarevna Anna all’età di 6-7 anni. In termini di moda e le regole della ritrattistica di quel tempo, la ragazza è raffigurata da adulta: in una posa civettuola, con un’acconciatura alta e lunghi capelli neri sparsi intorno alle sue spalle, in un abito blu fortemente decoltellato con grandi motivi dorati e un mantello rosso brillante, foderato di ermellino, che indica l’appartenenza figlio della famiglia reale.
In questo ritratto, il colore è sorprendente, ovunque straordinariamente intenso, reale, luminoso dall’interno, che non lascia spazio alle ombre grigie. L’artista ottiene questa impressione aumentando lo strato di vernice nei luoghi illuminati con tratti sempre più luminosi e spessi, mentre le ombre rimangono sfumature chiare, trasparenti e delicate: ecco come vengono dipinti il viso e il petto aperto di Anna. La sensazione di bagliore di colore sul mantello è creata dall’arancia rapida e dai tratti scarlatti lanciati sul tono rosso.
L’artista non descrive i sentimenti, il carattere del modello, ma il potere del bagliore dei colori, il movimento irrequieto delle linee, per così dire, lo crea di nuovo, facendo rivivere la materia davanti ai nostri occhi.
Anna Petrovna, Tsesarevna e la duchessa Golshtinskaya, figlia di Pietro il Grande e Caterina I. Secondo i contemporanei, Anna assomigliava molto a suo padre, era intelligente e bella, istruita, parlava magnificamente in francese, tedesco, italiano e svedese. Peter l’ho amata moltissimo. Il futuro marito di Anna, duca di Holstein-Gottorp, Friedrich-Karl, arrivò in Russia nel 1721 nella speranza, con l’aiuto di Pietro il Grande, di restituire lo Schleswig dalla Danimarca e di acquisire nuovamente il diritto al trono svedese.
Il mondo di Nishtadt ha ingannato le aspettative del Duca, poiché la Russia si è impegnata a non interferire negli affari interni della Svezia.
Il 22 novembre 1724, fu firmato il contratto di matrimonio desiderato per il duca, con il quale, tra l’altro, Anna e il duca rifiutarono per se stessi e per i loro discendenti tutti i diritti e le pretese sulla corona dell’Impero russo; ma allo stesso tempo Pietro si concesse il diritto, a sua discrezione, di chiedere la successione della corona e dell’Impero della Russia a uno dei principi nati da questo matrimonio, e il duca si impegnò a compiere la volontà dell’imperatore senza alcuna condizione. Morì il 4 marzo 1728, a Holstein, arrivando a malapena all’età di vent’anni, risolta da un peso di suo figlio, Karl-Peter-Ulrich.