Nel 1604, Rubens tornò in Italia, vive a Mantova, a Roma, e nel 1607 si reca con il duca a Genova. Qui studia attentamente l’architettura e successivamente, nel 1620, pubblica un’opera in due volumi intitolata “Palazzi di Genova”.
Qui scrisse molti ritratti per ordine della nobiltà genovese, si dimostrò un abile ritrattista. Il Marchese Paolo Agostino Spinola scrisse da Genova il 26 settembre 1606, Annibale Kieppio: “Non ho notizie del signor Pietro Paolo.
Mi piacerebbe molto ricevere una sua lettera e avere la possibilità di essere utile a lui. Vorrei sapere quando può, senza causare disagio a se stesso, completare i ritratti – mia moglie e me stesso. “Il tono rispettoso e le espressioni che l’aristocratico usa nella sua lettera all’artista fiammingo parlano del rispetto che Rubens ha già vinto con le sue abilità e abilità.
Albert e Nicholas – i figli di Isabella Brandt, la prima moglie di Rubens Isabella Brant ha dato alla luce Rubens, tre figli di Albert, Nicholas e Clara. Tutti loro furono dipinti e dipinti da lui in opere grafiche o pittoriche, come se il processo stesso di esecuzione dei ritratti prolungasse e approfondisse la sua felicità familiare, le sue gioie familiari.
Rubens adorava il suo mondo e la sua cerchia intima. Guardando i ritratti delle persone a lui vicine, vedi come Rubens non viola mai quella misura oggettiva di mostrare i suoi cari, non diventa zuccherino e stucchevole nel trasferimento di queste immagini.
Invariabilmente la sua abilità, mostrando tutto il fascino e la purezza dei volti e delle figure delle donne e dei bambini, mantiene la mano dell’artista entro i confini del vero realismo.