Il grande ritratto equestre del duca di Lerma apre una vasta galleria di ritratti ufficiali, creati da Rubens. Il duca di Lerma fu il primo e preferito ministro del re Filippo III. Praticamente era il sovrano autocratico della Spagna.
L’artista lo ha raffigurato a cavallo, tenendo saldamente le redini, cioè le redini del governo.
Il metodo di lavoro dell’artista su questo ritratto durerà per molti anni: prima fa uno schizzo o uno schizzo preliminare della composizione, quindi disegna o dipinge il volto della modella dalla vita, quindi dipinge l’intero ritratto su tela o legno, confidando a volte a lavorare su accessori e abbigliamento, sfondo per i suoi studenti. In questo caso, il ritratto equestre è stato scritto dall’artista stesso. Nel Gabinetto dei disegni del Louvre è conservato uno schizzo preparatorio di questo ritratto, creato da Rubens su carta colorata con una matita e una penna italiane.
Sul cavallo è raffigurato un modello. L’intera composizione del futuro quadro è presentata per intero. Già qui una linea di orizzonte bassa, i contorni di un albero e la figura di un cavaliere da cavaliere, dominanti nella composizione, sono delineati.
Le figure del cavaliere e del cavallo sotto di lui sono mostrate in una prospettiva complessa e insolita per quel tempo, diversa da una sagoma laterale più semplice.
Il ritratto si risolve in un freddo colore bluastro e la luce e l’ombra nitide e contrastanti ricordano il lavoro di Caravaggio. Rubens diresse il movimento della figura equestre del Duca di Lerma direttamente allo spettatore, dando al ritratto la sensazione di un movimento energico di un potente cavallo a petto largo con una criniera che volava nel vento. Il ritratto del Duca di Lerma stesso provoca sentimenti ambivalenti.
Il busto rivestito di armatura del duca, con la mano destra messa maestosamente da parte, crea l’impressione di una posa solenne. Tuttavia, il contrasto con queste lastre scintillanti e la battaglia sullo sfondo è la testa scoperta di Lerma senza un elmetto protettivo, con un’espressione facciale completamente impassibile che sembra non connessa, né emotivamente né compositivamente, con l’intero carattere e l’arredamento dell’immagine nel suo insieme.
Una caratteristica distintiva di questo ritratto, che è diventata la caratteristica principale dei ritratti barocchi, è un sistema di tecniche compositive che glorificano e glorificano il modello: lo sfarzo degli accessori, lo sfondo attivo, la presentazione del modello al pubblico come su un piedistallo rialzato, sottolineando la grandiosità e la solennità del ritratto ritratto.