Van Gogh finì di lavorare su questa immagine nel 1887. Su di esso, ha ritratto il fiume della Senna, amato da se stesso. Quando era a Parigi, veniva sempre al fiume, ammirando il suo scenario.
Amava molto i ponti che attraversavano questo fiume pittoresco.
Questa immagine è scritta in toni luminosi e ricchi che creano gioia, l’energia dell’ammirazione per la natura, il gioco del sole. Tutto il resto, come se sparisse nei raggi del sole, che si estendono alle case, ai ponti, al cielo. Il sole occupa il ruolo principale nell’immagine, occupa l’intero pensiero, trasmette la profondità dell’immagine.
Tutto il resto rimane, per così dire, all’ombra, ma non scompare all’ombra del sole, ma, al contrario, riflette tutti gli oggetti. Ponti, acqua, mattoni: tutto è raffigurato in un colore infuocato.
Allo stesso tempo, l’immagine è piena di più luce, sembra più soleggiata. Le vernici utilizzate dall’artista danno umore, ottimismo, speranza, fede, allegria. Van Gogh ribolle nella vita, è irrefrenabile, in moto perpetuo.
Percepisce tutti gli oggetti, come un’osservazione, un fenomeno vitale.
L’artista nella sua foto non descrive, come tale, il processo del tramonto. Descrive il sole in generale, nella sua interezza. Sta cercando di trasmettere i raggi del sole sparsi sulla tela.
Questi raggi non provengono da nessuno e da dove conducono. Sono qui, vivono in questa immagine, sono qui, si stanno radunando su tutti gli oggetti e assorbono l’intera immagine.