L’immagine di Mikhail Nesterov, “Per la pozione d’amore”, è stata scritta sotto l’influenza diretta dei postulati dei vagabondi, vale a dire sotto l’influenza della loro riverente attitudine al genere domestico.
La prima cosa che ti fa fermare in questa foto è il viso della ragazza. Si può solo ammirare e chiedersi come l’artista sia riuscito a rappresentare emozioni così profonde attraverso una figura non così grande: la tristezza incredibilmente profonda dovuta all’amore non corrisposto si riflette negli occhi, la disperazione e lo spettacolo di disperazione in mani abbassate lentamente, le labbra increspate ospitano l’imbarazzo provato dall’eroina, ricorrendo all’ultimo filo, la speranza di una pozione d’amore.
Sorprendentemente, quanto è bella la faccia triste di una ragazza! Una ragazza con un’espressione triste è un leit motiv costante in molti dei suoi dipinti. I ricercatori suggeriscono che le tristi immagini femminili sono un indescrivibile dolore di perdita per la moglie di Nesterov, che morì molto presto durante il parto.
Nell’angolo della foto, ci aspetta un altro personaggio attivo: un vecchio, uno stregone, un uomo di medicina, che è indicato non solo dalla barba, un cappello a forma di cono e un’abitazione solitaria, ma anche qualcosa di simile a un incantesimo sulla cintura. Le sue sopracciglia accigliate esprimono comprensione e persino simpatia: solo quando osserva la triste bellezza, conosce tutta la sua agonia sincera.
Il contrasto con questa scena, in generale, triste, sta crescendo in modo esuberante intorno alla ragazza – un verde così ovattato e amorevolmente scritto può essere trovato su molte tele del maestro. Il cosiddetto paesaggio “Nesterovsky” è sempre spiritualizzato con i caratteri lirici dei suoi dipinti.
Non sappiamo come finirà questa storia – se la ragazza otterrà una pozione e troverà la felicità, o se ne andrà senza osare alzare gli occhi sul vecchio. Il pittore ci fa solo entrare in empatia e sembra che stiamo diventando inconsapevoli partecipanti alla trama, e la bella ragazza è imbarazzata non solo dai più anziani, ma anche dal nostro punto di vista, anche se comprensivo.