Ruysdael era il più grande pittore di paesaggi del suo tempo. Nella scuola di paesaggio olandese ci sono una grande varietà di immagini della natura e ci sono sempre persone. Piccole figure agili caricano o scaricano navi, cacciano nelle foreste, riempiono le strade di città e villaggi.
Ma ci sono altre opere di pittura di paesaggio, che incarnano un momento di generalizzazione filosofica.
Tra queste tele c’è “Palude”. Il dipinto raffigura una parte deserta della foresta, allagata dall’acqua. Alberi potenti e leggermente contorti corrono verso il cielo le loro corone lussureggianti, ma alcuni di questi giganti sono già tronchi morti privi di foglie.
Questa è una quercia potente, una volta bellissima, che è caduta in una palude sul lato destro della tela, il suo vicino sta ancora cercando di resistere al destino e una forte crescita si sviluppa intorno a loro. Le acque scure della palude sono ferme, ma quasi tutta la loro superficie è coperta da fiori di ninfea verde chiaro.
Solo la famiglia rumorosa di un’anatra selvatica viola la calma e il silenzio nella vecchia foresta. I raggi del sole penetrano a malapena nella boscaglia bagnata e solo piccoli bagliori di luce giocano sulla superficie dell’acqua. Querce secolari e giovani alberi incarnano la vecchia generazione in uscita, condannata ed emergente.
L’immagine acquisisce così un significato simbolico nascosto, in cui risiede il suo contenuto filosofico.