Alla fine della sua vita, Aivazovsky fu assorbito dall’idea di creare un’immagine sintetica dell’elemento marino. Nell’ultimo decennio, ha scritto una serie di enormi dipinti raffiguranti il mare in tempesta: “Il crollo della roccia”, L’onda, “La tempesta sul mare di Azov”, “Dalla calma all’uragano” e altri.
Contemporaneamente a questi enormi dipinti, Aivazovsky scrisse una serie di opere vicine a loro nel design, ma contraddistinte da una nuova gamma colorata, di colore estremamente scarso, quasi monocromatica. Sul piano compositivo e narrativo, queste immagini sono molto semplici. Raffigurano il surf tempestoso in una ventosa giornata invernale.
Sulla spiaggia di sabbia ha appena rotto un’onda. Masse gorgoglianti d’acqua, ricoperte di schiuma, scorrono rapidamente nel mare, portando con sé brandelli di fango, sabbia e ciottoli. Verso loro sorge un’altra onda, che è il centro della composizione dell’immagine.
Per rafforzare l’impressione dell’aumento del movimento, Aivazovsky prende un orizzonte molto basso, che è quasi toccato dalla cresta di una grande onda in arrivo. Lontano dalla riva nella rada, le navi con le vele ormeggiate sono raffigurate ancorate. Sopra il mare pendeva un pesante cielo plumbeo di nuvole temporalesche. La generalità del contenuto dei dipinti in questo ciclo è ovvia. Tutte sono essenzialmente varianti della stessa trama, che differiscono solo per i dettagli.
Questo significativo ciclo pittorico è unito non solo dalla comunanza della trama, ma anche dal sistema cromatico, la caratteristica combinazione di un cielo grigio piombo con un colore verde oliva ocra dell’acqua, leggermente toccato dagli smalti verde-blu vicino all’orizzonte.
Una scala colorata così semplice e allo stesso tempo molto espressiva, l’assenza di effetti esterni luminosi, una composizione chiara creano un’immagine profondamente veritiera del mare in una tempestosa giornata invernale. Aivazovsky ha scritto parecchi dipinti in una gamma grigia colorata. Alcuni erano piccoli; furono scritte in una o due ore e segnate dal fascino delle improvvisazioni ispiratrici di un grande artista.
Il nuovo ciclo di dipinti non ha avuto meno merito dei suoi “porti blu”.