Antonio Pereda è un pittore di spicco della scuola di Madrid, influenzato da Velázquez. Dipinse quadri su scene storiche e bibliche, ma guadagnò grande fama grazie alle sue nature morte. Nel lavoro presentato, gli oggetti sono disposti in modo tale che lo spettatore possa ammirare e considerare correttamente le loro forme e il suo intricato arredamento.
Nel lavoro non c’è posto per la casualità, quasi obbligatoria nella natura morta fiamminga, tutto è disposto in un certo ordine rigoroso. Il centrotavola è un grande cofanetto in ebano rivestito con placche di osso bianco. Dalla scatola aperta di uno scrigno pende un pezzo di tessuto eterogeneo intrecciato con brillanti ornamenti folk.
Sul cofanetto e attorno ad esso si trovano vari prodotti ceramici: un vaso rosso con decorazioni in stucco, una nave con un dipinto ornamentale, in cui si nota una figura femminile alata e altre navi meno cerimoniali.
Pereda scrisse attentamente dettagli come un bordo spezzato in una brocca di maiolica o un’irrigazione consumata sul motivo dipinto, tracce di tempo sul tessuto. L’artista inserisce nella foto un dettaglio interessante: un vaso di vetro dal ventre pieno riempito di acqua limpida. Metti immediatamente un pezzo di formaggio, biscotti e pasticcini, disposti ordinatamente su un pezzo di carta bianca.
Trasmettendo diligentemente il colore di ogni singolo oggetto, il maestro non si è sforzato di giungere a una gamma comune dell’opera nel suo insieme, ma ciò ha reso la natura morta molto elegante e attraente.