Baschenis è uno dei più misteriosi artisti barocchi italiani. Oltre 600 nature morte con strumenti musicali sono state scritte dal maestro nella sua vita creativa.
Cambiando la composizione, la luce, il colore, il set di strumenti, l’interno circostante, l’autore sembrava cercare di conquistare la musica attraverso la pittura, per dimostrare la superiorità delle belle arti. Con tutta la varietà, la presenza nella composizione di una scatola da marcia nera con elementi decorativi, penna, note e l’assenza di stringhe sui liuti, le viole e i violoncelli rappresentati rimane invariata nelle nature morte “strumentali”.
L’opera, situata nelle sale dell’Accademia di Carrara, è stata scritta in modo semplice ed elegante. C’è molta luce e aria qui. Uno sfondo semplice e neutro, privo di dettagli e diversità di colore, focalizza l’attenzione del pubblico sugli strumenti raccolti. I nastri rosa sulla testa del liuto e sulla punta dell’arco si aggiungono al lavoro della pompa barocca, anche se è scomodo giocare con tali nastri, ma semplicemente impossibile.
Anche l’assenza di corde sugli strumenti è sorprendente. Non meno misteriosa è la scatola nera con spartito musicale. Non c’è musica. Non è ancora nata.
Esiste solo su pagine scritte con segni musicali, nessuno lo sente.
Gli strumenti non hanno archi, sono silenziosi. Ma tutti i dettagli della natura morta, raccolti in una composizione, danno origine ad altra musica nell’immaginazione dello spettatore. Questa è musica di colore, luce, tratti sicuri e colori sfuggenti.
Le nature morte “strumentali” di Baskenis sono presenti in molti musei e gallerie del mondo. I più famosi sono nell’Accademia Carrara, nel Museo Metropolitano, nel Museo del Teatro alla Scala.