Madonna da Castelfranco – Giorgione

Madonna da Castelfranco   Giorgione

L’altare “Madonna in trono con San Francesco e San Liberale di Treviso” o “Madonna da Castelfranco” fu scritto dall’artista veneziano Giorgione intorno al 1503 1505. La dimensione del dipinto è di 200 x 152 cm, legno, olio; il cliente è un condottiero di Tucio Costanzo. In realtà, la meravigliosa composizione del dipinto “Madonna e Castelfranco” completa il periodo iniziale dell’opera di Giorgione.

Nelle sue prime opere e nelle prime opere del periodo maturo, Giorgione è direttamente collegato a quella monumentale linea eroica, che, insieme alla narrazione narrativa, passò attraverso tutta l’arte del quattorcento e sui risultati su cui erano basati i maestri del generalizzante stile rinascimentale. Il veneziano Carlo Ridolfi, che visitò la città natale dell’artista nel 1640, scrisse nei suoi “Appunti”: “Giorgione scrisse per Tucio Costanzo, un condottiero di mercenari, un’immagine di Madonna con Gesù Bambino per la chiesa parrocchiale di Castelfranco.

A sinistra ha collocato San Giorgio, nel quale si è ritratto, e a destra, San Francesco, in cui ha impresso le caratteristiche di uno dei suoi fratelli e ha trasmesso alcune cose in modo naturale, mostrando il valore del cavaliere e la compassione del santo benedetto “.

Nel dipinto di Giorgione “La Madonna di Castelfranco” le figure sono disposte secondo il tradizionale schema compositivo adottato per questo tema da alcuni maestri del Rinascimento del Nord Italia. Maria è seduta su un piedistallo alto; A destra e a sinistra, San Francesco e la città santa locale di Castelfranco Liberale sono davanti al pubblico. Ogni figura, che occupa un posto definito in una composizione rigorosamente costruita e monumentale, chiaramente leggibile, è ancora chiusa in sé.

L’immagine di questo periodo di creatività dell’artista veneziano Giorgione è iconograficamente tradizionale, ma si distingue per la libertà spaziale delle sue distese paesaggistiche. La composizione nel suo insieme è piuttosto solennemente immobile. Allo stesso tempo, la disposizione spontanea delle figure nella composizione spaziosa, la delicata spiritualità dei loro movimenti silenziosi, l’immagine poetica della Vergine Maria stessa crea nell’immagine quell’atmosfera di una misteriosa fantasticheria meditabonda che è così caratteristica dell’arte del maturo Giorgione, che evita l’incarnazione di drammatiche collisioni drammatiche.

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