L’invasione mongolo-tatara interruppe il processo di sviluppo della pittura antica russa, che era nel suo XII – inizio XIII secolo al suo apogeo. Solo nella preservata indipendenza Novgorod continuò la vita culturale.
In condizioni di guerre costanti, con legami indeboliti con Costantinopoli e la Russia meridionale, qui si forma un tipo di arte che si avvicina alla percezione popolare del mondo. La composizione dell’icona “Giovanni della scala, Giorgio e Blasio” è insolita.
La figura centrale di Giovanni è incomparabilmente più grande di quelle laterali: il grande martire Giorgio e il vescovo Blasio. Multiscala: una tecnica tipica dell’arte medievale per evidenziare gerarchicamente importanti nella composizione, ma di solito le figure di santi, icone co-meno, erano scritte ai margini.
L’artista di Novgorod, d’altra parte, posiziona le immagini patronali di George e Vlasii nel mezzo, avvicinandole a quella principale e sottolineando il significato di quest’ultima. L’impressione di una grandiosa altezza fisica, prodotta dalla figura di Giovanni, fu, secondo l’idea del creatore dell’icona, “elevare la mente” all’altezza delle virtù di questo abate del Sinai, che descrisse il percorso dell’ascesa spirituale alla perfezione nel libro “La scala”.
La struttura artistica dell’icona è semplice, le immagini sono interpretate in modo inequivocabile, non richiedono una contemplazione approfondita, ma la forza del loro impatto è impressionante.
Le figure immobili, piatte e sagomate con un contorno angolare medio sembrano essere illuminate dall’interno con una luce speciale materializzata nel bagliore di sfondo del cinabro. I motori sbiancanti luminosi intorno agli occhi sembrano lampi di luce soprannaturale. I volti riconoscono facilmente le persone nazionali, anche quelle comuni. Il monumento esprime l’alto potenziale spirituale dell’arte che risponde ai gusti degli strati democratici della popolazione “Il Signore di Novgorod il Grande”