Il tempo dell’opera di Jean-Honoré Fragonard cadde nella seconda metà del XVIII secolo, in seguito chiamato regime di Ancienn – il periodo della Rivoluzione francese. Nel 1752 gli fu assegnato un grande premio nel concorso per il Grand Prix presso la Royal Academy of Painting and Sculpture. Questo gli diede il diritto di diventare pensionato dell’Accademia di Francia a Roma, e nel 1756 Fragonard andò in Italia per migliorare le sue capacità.
È noto che il direttore dell’Accademia di Francia a Roma, Charles Joseph Natoire, apprezzò il talento di Fragonard e gli chiese di prolungare il suo soggiorno in Italia. “Il nostro giovane artista fa ottimi studi che gli rendono onore”, scrisse in una lettera al direttore degli edifici reali al duca di Marigny. Uno dei luoghi di lavoro preferiti di Fragonard era un bellissimo angolo alla periferia di Roma – Tivoli, famosa per i suoi monumenti architettonici: il Tempio di Vesta, la Villa Patronage, la Villa d’Este, famosa per i suoi giardini e il sistema di fontane a cascata.
Qui sorge una serie di disegni ispiratori, festosi e vivaci di Fragonard, in cui risuona la gioia di un artista che comunica direttamente con la realtà, indipendentemente dalla percezione creativa di qualcun altro. Il dipinto “La grande cascata di Tivoli” è stato dipinto secondo un disegno eseguito in natura. Dalle pendici dell’Appennino Centrale, da un’altezza di 160 metri, formando terrazze in travertino, una cascata di cascate di Tivoli sul fiume Aniene precipita giù.
Fragonard ha creato uno schizzo in gesso rosso, che è servito come base per il dipinto.
Nel mezzo, dietro l’arco, fu scaricato nel colore di un diaspro di una fessura con flussi d’argento di una cascata. Tutto come nell’aria dei verdi, la collina a sinistra diminuisce gradualmente. Come la confluenza del cielo e della terra, la luce scende nell’oscurità dell’abisso, illuminando un gruppo di persone e biancheria appesa sulla terrazza superiore.
Una giovane donna con la testa sollevata, alzando la mano, accoglie un raggio di luce.