Nel mezzo di un affascinante paesaggio poetico pieno di luce del tramonto, il santo profeta Giovanni è raffigurato mentre approfondisce le riflessioni religiose. Questo scontro di due realtà – la “alta” e la “lunga” – rappresenta un’altra versione del tema che è diventata tipica del lavoro di Bosch – la vittoria del principio spirituale sulle tentazioni peccaminose del mondo.
La composizione del dipinto fu probabilmente influenzata dal dipinto di Gertgen che Sint Yansa, dipinto diversi anni prima, in cui è raffigurato il profeta, fissando profondamente il pensiero con uno sguardo nello spazio. A Bosch, indica l’Agnello di Dio, raffigurato in basso a destra. Questo gesto riconosce tradizionalmente Giovanni, il precursore di Cristo, ma in questo caso denota anche un’alternativa spirituale al principio carnale, incarnata in succulenti frutti carnosi che si alzano fianco a fianco su steli graziosamente curvi e in piante altrettanto eloquenti sullo sfondo.
In primo piano si erge una pianta stranamente curva con ampie foglie e enormi spine – sembra che qui sia cresciuta appositamente per distrarre l’eremita da pii riflessi. I frutti sospetti di questo fantastico cespuglio sono simboli di tentazioni terrene. Un tronco tempestato di spine, simile a un cardo, ricorda il peccato originale: avendo fatto la loro prima scelta – avendo assaggiato il frutto dell’albero della conoscenza – i progenitori e con loro l’intera razza umana, persero il loro paradiso terrestre.
Ma nel contesto del tema della tentazione, questa favolosa pianta può anche essere interpretata come l’immagine di una visione inviata dal diavolo a Giovanni Battista che si ritirò nel deserto.
Uccelli di razze diverse si nutrono di enormi bacche di bosco: sia le piante piumate che quelle invase corrispondono alla flora e alla fauna del trittico “Garden of Earthly Delights”. Altre analogie parlano anche della connessione tematica e cronologica di queste opere, ad esempio la bizzarra forma della roccia dello sfondo.
La solida parete verde della vegetazione a destra si risolve in contrasto con la fantastica pianta a sinistra e con le bizzarre, irreali rocce di fondo. Corone di alberi, accuratamente segnate da colpi di sbiancamento uniformemente punteggiati, imitando il gioco della luce solare su una vegetazione lussureggiante, sono più vicine alla pittura di Giorgione piuttosto che a maestri del nord come Albrecht Altdorfer, i cui paesaggi sono saturi delle dinamiche del mondo vegetale in crescita selvaggia.