All’inizio degli anni ’50. La gioiosa percezione del mondo lascia il posto alla tragedia senza speranza di Fedotov. L’artista inizia a dubitare della possibilità di un miglioramento morale della società attraverso l’arte, ei suoi personaggi diventano immediatamente passivi e la composizione – statica, non c’è traccia del conforto e del calore dei primi dipinti.
Dalle cose che hanno perso il contatto con una persona, fa freddo.
Uno degli ultimi dipinti, che riflette la prospettiva simile dell’autore, era il film “Giocatori”. L’intera scena in essa raffigurata sembra essere il prodotto di un incubo, con il quale Fedotov non ha più la forza di combattere; lui stesso è dentro questo incubo. I giocatori qui stanno ammazzando il tempo e il tempo li sta uccidendo.
Le persone sono divise, alienate l’una dall’altra. L’intero arredamento della stanza in cui si trovano i giocatori sembra essere qualcosa di inutile, senza vita: cornici vuote appese alle pareti, un vecchio tavolo scoperto, il crepuscolo nella stanza – tutto è un riflesso dello stato cupo delle persone raffigurate sulla tela.
Le pose delle persone stesse, i loro corpi contorti, simili a fiamme, testimoniano la stranezza della mente umana. In questa immagine, Fedotov ha raffigurato un mondo terribile e spettrale con connessioni interrotte, un mondo in cui si perde il significato dell’esistenza.
La vita creativa dell’artista è stata di breve durata, ma anche durante questo periodo Fedotov è stato in grado di diventare una figura significativa sul percorso dell’evoluzione dell’arte russa dal romanticismo al realismo.