La creatività del principale maestro barocco del Nord Italia che visse una breve vita, Domenico Fetti, ebbe un’influenza significativa sullo sviluppo delle tendenze di genere nell’arte italiana del 17 ° secolo. È nato e studiato a Roma, dove ha iniziato la sua carriera artistica. All’età di 24 anni, Fetti si trasferì a Mantova ed entrò al servizio del duca Ferdinando II Gonzaga.
La sua formazione come artista è stata influenzata dall’opera di Caravaggio e dei suoi seguaci, così come da Els Heimer e dalla sua conoscenza delle prime opere di Rubens e maestri veneziani conservate a Mantova. Lasciando il servizio al duca, Fetti si trasferì a Venezia, dove trascorse i suoi ultimi anni.
Scrisse dipinti di piccole dimensioni su temi biblici che si distinguevano per semplicità e chiarezza nelle decisioni compositive. Le scene dell’Antico e del Nuovo Testamento si svolgevano su uno splendido sfondo idilliaco o eroico, interpretato con credibilità vitale.
I personaggi di Fetti si distinguevano per l’aspetto ordinario, ma allo stesso tempo, grazie al libero modo artistico di dipingere, alla scelta della decisione coloristica, ai giochi di luce, acquisirono un carattere esaltato. L’artista è stato uno dei primi a creare l’immagine poetica, vitale, da camera degli eroi biblici. Altre opere famose: “Malinconia”. Louvre, Parigi; Guarigione di Tobia Hermitage, San Pietroburgo; “La parabola della dracma perduta”.
Palazzo Pitti, Firenze.