Il pittoresco talento di Alexei Petrovich Bogolyubov si è sviluppato in tutto il suo splendore negli anni 80-90 del XIX secolo. L’osservazione di Kramsky secondo cui “la grande tecnica europea ben imparata e una certa scrittura del paesaggio” di Bogolyubov si riferisce al lavoro dell’artista degli anni ’60 e ’70. Ma anche allora, osserva Kramskoy, “ciò che prova soprattutto la presenza del talento in lui sono i suoi studi. In essi è persino positivamente originale”.
Lo studio di Bogolyubov si trasforma in un quadro, infatti è il creatore di un tale quadro.
Questo speciale tipo di studio, che conserva tutto il fascino della vita, della natura reale e porta la completezza dell’immagine, può essere chiamato “Bogolyubovsky”. Chi ha visto molte opere di Bogolyubov, in particolare il periodo degli anni 80-90, conosce questa peculiarità del suo lavoro, che distingue chiaramente Bogolyubov dall’ambiente generale dei pittori di paesaggi russi. In questi studi, i dipinti di Bogolyubov appaiono come una specie di pittore marino e paesaggista.
Bogolyubov conosce perfettamente il mare in tutte le sue manifestazioni.
Fu questo che gli permise di creare immagini così veritiere del mare in tempesta, per mostrarlo così reale, così tangibilmente, come pochi riuscirono. Il mare di Bogolyubov è tempestoso, irrequieto, schiumoso e vorticoso, scorre sulla riva, ora maestoso e sconfinato, coperto dalle onde delle onde, è sempre in movimento, satura l’aria di umidità e spruzzi abbaglianti. Fu proprio negli studi, e specialmente dell’ultimo periodo, che si sviluppò l’arte realistica e completamente veritiera di Bogolyubov.
Tutto il meglio che Alexei Petrovich aveva raccolto per molti anni a casa fu trasferito dopo la sua morte al Museo d’Arte di Saratov intitolato a A. N. Radishchev. Tra loro c’erano diverse dozzine di tali studi, che se Bogolyubov non avesse creato nient’altro in tutta la sua vita, anche allora avrebbe potuto meritatamente essere considerato l’orgoglio dell’arte realistica russa.