Ercole e Antey – Hans Baldung

Ercole e Antey   Hans Baldung

La lotta di Ercole e Anthea simboleggiava tradizionalmente la vittoria del valore sulla passione mortale. Esponendo la vera essenza dell’eroe, l’autore infonde allo spettatore il dubbio sulla necessità dell’atto commesso e provoca pietà per l’ucciso Antey. L’eroe valoroso, eretto dal Rinascimento nell’ideale etico, Baldung priva quelle virtù che giustificano il suo comportamento e dimostrano la necessità delle sue azioni.

La grande faccia di Ercole rivolta verso lo spettatore, distorta da una smorfia crudele, con un labbro storto e denti superiori nudi fa un’impressione ripugnante. Le pitture di corpi nudi costituiti da muscoli sovraccarichi, irrigiditi sullo sfondo di una rottura del muro, sono fredde. Ercole, nell’ultimo sforzo, strappa il gigante da terra e Antey, sollevando la testa in agonia per la morte, cerca invano di liberarsi.

Mai prima, fin dall’antichità, il volto di Ercole non era oggetto di così tanta attenzione da parte degli artisti. In tutte le scene in cui è stato rappresentato, le azioni che ha eseguito e i suoi attributi erano importanti. Il volto era neutro, era dotato, di regola, della stessa espressione condizionata o impassibile delle antiche maschere di Ercole che ci sono scese.

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