Lautrec stava preparando il terzo poster, ordinato da Jean Sarrazin, un curioso della Boemia di Montmartre, che aprì un nuovo cabaret “Divan Zhapone” in Martyr Street. Jean Sarrazin, questo popolarista delle “olive tra le tribù settentrionali”, come si chiamava, vagava Montmartre da un cabaret all’altro con un bacino in mano per lungo tempo, offrendo dodici olive a cinque amanti della carta in un pezzo di carta con la sua poesia. Quindi, senza separarsi dal suo lavaggio, ha attrezzato il “divano giapponese” – una sala stretta con un soffitto basso, decorata e arredata in stile giapponese.
Quindi il Giappone era di moda come un dipinto, come nel teatro e nella letteratura.
Nel divano giapponese, le cameriere erano vestite in kimono, i tavoli da biliardo erano dipinti di blu e rosso, il soffitto era dorato e le sedie erano coperte di lacca nera. “Poet with olive” ha mostrato spunti nella scelta del divertimento. Un anno fa, ha compiuto un passo estremamente positivo invitando la cantante Yvette Gilber, che ha ampiamente contribuito al successo del cabaret.
La particolarità di Yvette Guilbert avrebbe dovuto attrarre Lautrec, ma nel suo poster sul divano, ritrae la sua silhouette solo nell’angolo della composizione, dando a Jane Avril un ruolo maggiore come spettatrice e Edouard Dujardin.
Il tabellone per le affissioni “Divan Japone” o “Divano giapponese” è interessante perché Lautrek ha usato un metodo che fa sì che lo spettatore traduca costantemente i suoi occhi, non permettendogli di concentrarsi su alcun dettaglio particolare. In definitiva, il gioco ritmico degli oggetti, quando gli avvoltoi contrabbasso, un bastone, le mani del conduttore e le mani con un ventilatore sono abbinati, si traduce in uno sguardo alle mani abbassate serrate in guanti neri. L’artista ha raggiunto un senso non solo dell’artificialità di ciò che sta accadendo, ma è anche riuscito a cancellare la linea che divide il mondo dello spettatore con ciò che sta accadendo sul palco.